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Gérard Nibigira giornalista Burundi

Burundi, giornalisti sotto assedio: un clima di terrore soffoca la libertà di stampa

Gérard Nibigira, reporter di Radio Isanganiro, diventa l’ultimo bersaglio della repressione in Burundi. Arrestato e maltrattato dalla polizia a Gitega mentre svolgeva il suo lavoro di informazione sulla carenza di carburante, Nibigira è solo l’ultimo nome di una lunga lista di giornalisti vittime di abusi nel paese.

L’accusa? Aver filmato gli agenti durante un’operazione di ripristino dell’ordine, una scusa pretestuosa per nascondere la volontà di silenziare un giornalista scomodo. Rinchiuso per un’ora in una cella e costretto a pagare una somma di denaro per “l’acquisto di candele”, Nibigira ha poi subito il sequestro dei suoi due telefoni cellulari da parte del commissario di polizia municipale. Un atto intimidatorio finalizzato a cancellare le prove degli abusi subiti e a impedire al giornalista di documentare ulteriori soprusi.

Ma Nibigira non è solo. Nelle ultime settimane, altri due reporter di Iwacu, Jean Noël Manirakiza e Pascal Ntakirutimana, sono stati vittime di aggressioni e tentativi di sequestro. La sede del media indipendente è stata inoltre vandalizzata con una sassaiola. Un clima di terrore si è diffuso tra i giornalisti burundesi, che si vedono costantemente esposti a rischi per il semplice esercizio della loro professione.

Le autorità burundesi, invece di tutelare la libertà di stampa e garantire la sicurezza dei giornalisti, scelgono la strada dell’intimidazione e del silenzio. Nessun atto di condanna o di indagine è stato emesso in risposta a questi gravi abusi. Un atteggiamento che evidenzia la complicità del regime nel soffocamento della libertà di informazione e nel tentativo di controllare il flusso di notizie.

La comunità internazionale non può rimanere in silenzio di fronte a tali violazioni dei diritti umani. È necessario un intervento deciso per condannare questi attacchi e sollecitare il governo del Burundi a perseguire i responsabili. La libertà di stampa è un pilastro fondamentale di ogni democrazia e non può essere sacrificata sull’altare dell’impunità e della repressione.

Oltre a denunciare le singole aggressioni, è necessario affrontare le cause strutturali del problema. Le leggi restrittive sulla libertà di stampa, la mancanza di indipendenza del sistema giudiziario e l’impunità diffusa per i crimini contro i giornalisti devono essere abolite. Solo attraverso un impegno concreto per la riforma democratica e il rispetto dei diritti umani si potrà creare un ambiente sicuro per i giornalisti in Burundi e garantire il diritto all’informazione per tutti i cittadini.

La solidarietà con i giornalisti burundesi e la difesa della libertà di stampa non sono solo un dovere morale, ma anche un imperativo per la costruzione di una società più giusta e democratica.

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