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Focus internazionale

Gaza, 7 ottobre la risposta della resistenza a Netanyahu

Netanyahu minaccia Beirut mentre Al-Qassam promette di resistere: la guerra in Medio Oriente infuria.

Le parole pronunciate da Abu Obeida, portavoce della brigata AlQassam, il 7 ottobre, ad un anno dall’inizio della guerra, sono un preciso atto di accusa contro Israele e il suo leader, accusato di essere un “demonio senza alcun rispetto per i valori umani “.
In un messaggio indirizzato alla popolazione del Libano, il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, come monito, li avvertiva della possibilità che Beirut dovesse affrontare una distruzione “come Gaza”, e che Israele aveva eliminato non solo Nasrallah ma anche i suoi successori designati. In pratica, niente scupoli di radere al suolo tutto e tutti per colpire il cuore della resistenza.
Nel messaggio video di Abu Obeida, invece, la resistenza risponde con forza, ribadendo l’impegno della brigata a difendere la Palestina e il Libano dall’invasione. Le brigate Ezzedine AlQassam sono il braccio armato della resistenza di Hamas, un’organizzazione paramilitare che conta circa ventimila combattenti, messa sulla lista nera da numerosi paesi, tra cui USA e Unione europea, e costituiscono uno dei principali obiettivi di Israele. Il portavoce, che appare nel video messaggio completatamente avvolto dalla kefiah, risponde con decisione, e afferma che Israele ha violato ogni regola, violando e distruggendo moschee e chiese, a Gaza, Hebron, Betlemme, Jaffa, Nablus e a Sidone, Tiro e Beirut. Fa riferimento alla propria antica tradizione e invita la nazione a resistere “ad un’entità che ha meno anni della durata di un paio di scarpe “, come testualmente dice. Accusa Israele di essere un “ladro di terre altrui fin dalla sua nascita”, le terre che appartengono a loro da migliaia di anni. La battaglia si sta svolgendo ad armi impari, come è sotto gli occhi di tutti, ma la brigata AlQassam sostiene di aver imparato a combattere e che nel corso di quest’anno ha inflitto numerose perdite all’esercito israeliano, mettendo fuori uso carri armati e strumentazioni e facendo molti prigionieri fra i soldati dell’esercito avversario, senza che di questo si abbia notizia, lamentando che l’informazione sia totalmente manipolata ad uso e consumo degli israeliani, che gestiscono i media in modo da mostrare solo la loro supremazia.
“Questa guerra di logoramento non farà finire la resistenza” dice.
Di certo non farà finire le sofferenze inaudite del popolo palestinese e, ora, anche di quello libanese, che vanno incontro ad un secondo inverno di stenti, senza alcuna certezza sul loro destino.

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