Skip to content
Focus internazionale

Iran, migranti afghani uccisi dall’esercito iraniano

La tragedia di sparare su persone indifesi è un crimine palese contro l'umanità che va denunciato con forza!"

“La situazione dei profughi afghani in Iran sta diventando un disastro umanitario ogni giorno di più ”

Mentre l’ambasciatore iraniano Hassan Kazemi Qomi e il Ministro per i Rifugiati del governo talebano Khalil Rahman Haqqani si incontrano a Teheran per un accordo sul rimpatrio dei rifugiati afghani nel loro paese di origine, secondo l’organizzazione per i diritti umani HalVash almeno 260 migranti afghani sarebbero rimasti uccisi nella zona di confine di Saravan -provincia del Sistan-Baluchistan-colpiti dalle forze di frontiera dell’esercito iraniano. I militari avrebbero aperto il fuoco di notte in maniera deliberata e indiscriminata sul gruppo che tentava di passare il confine: in fuga dal regime talebano, hanno trovato la morte di notte. La denuncia arriva anche dall’ex procuratore generale afghano Mohammad Farid Hamidi, che parla di “crimine contro l’umanità” e chiede l’intervento dell’ ONU.


Mentre la Repubblica Islamica dell’Iran nega che il fatto sia avvenuto e respinge le accuse di maltrattamenti sui migranti, Richard Bennett, relatore speciale del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite per l’Afghanistan, ha sottolineato la necessità di un’indagine urgente in questo campo.
Da tempo si registra un inasprimento da parte dell’Iran nei confronti dei migranti afghani e della minoranza baluchi, accusati di essere una delle cause della forte crisi economica che sta attraversando il paese. I respingimenti violenti alla frontiera sono all’ordine del giorno, il timore che tra i rifugiati ci siano dei terroristi è la motivazione che viene fornita.
Le cronache di questi mesi parlano di violenze, abusi e continue violazioni dei diritti fondamentali da parte del governo iraniano, che spinge sul rimpatrio dei rifugiati, escludendo ad esempio i bambini dalla possibilità di frequentare le scuole.
Il rientro in Afghanistan segna per molti il rischio di essere in pericolo di vita, condannati a morte certa dal regime talebano.
Hadia Sahibzada, attivista per i diritti umani, leader del Movimento Voce delle Donne Afghane, dice:
“La situazione dei profughi afghani in Iran sta diventando un disastro umanitario di giorno in giorno, ed è nostro dovere come attivisti per i diritti umani non permettere che questo crimine continui. E’ vero il timore che i trafficanti possano entrare in Iran, ma l’uccisione di 260 persone al confine afghano è contraria al diritto internazionale. Il governo dell’Iran deve essere ritenuto responsabile di questo massacro di persone innocenti dell’Afghanistan”.
Anche Somaia Ramish, intellettuale e attivista per i diritti umani, in esilio in Europa da tre anni, denuncia le violenze reiterate nei confronti dei rifugiati afghani in territorio iraniano. Proprio lei che ha vissuto a lungo in Iran come rifugiata, insieme alla sua famiglia, richiama l’attenzione sulla gravissima escalation di violazioni commesse: ” Oggi gli afghani sono isolati sia a livello nazionale che internazionale, senza alcun supporto politico che possa alleviare questa situazione drammatica in cui si trova la popolazione. Siamo davvero una nazione disperata, abbandonati anche dai nostri vicini, sia ad est che a ovest, con cui condividiamo lingue e cultura. Siamo senza alcuna possibilità, anche le porte della compassione dell’umanità e della moralità ci vengono chiuse in faccia.
La tragedia di sparare su migranti indifesi è un crimine palese contro l’umanità che va denunciato con forza!”

Leggi anche
Torna su