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Kenya, assalto al Parlamento e proteste contro le tasse

In Kenya le proteste contro il governo hanno raggiunto un punto critico con l’assalto al parlamento. Martedì, un gruppo di manifestanti ha fatto irruzione nel parlamento e ne ha incendiato una parte, subito dopo l’approvazione dell’aumento delle tasse che, per entrare in vigore, dovrà essere firmato dal presidente William Ruto. Dopo alcune ore, nel pomeriggio di martedì, la polizia è riuscita a disperdere i manifestanti utilizzando massicciamente idranti e lacrimogeni, e sparando contro di loro, provocando feriti e vittime. La Kenya Medical Association ha riferito che la polizia ha ucciso cinque manifestanti e che almeno 40 persone sono ricoverate in ospedale. Una operatrice sanitaria di emergenza ha detto a Reuters che le persone uccise sarebbero in realtà dieci, ma la situazione è ancora molto confusa.

Durante l’irruzione, i parlamentari si sono rifugiati nei sotterranei mentre la polizia cercava di respingere i manifestanti all’esterno. Il principale ospedale di Nairobi, la capitale del Kenya, ha dichiarato di aver ricevuto 45 manifestanti feriti. Sempre secondo Reuters, le proteste di martedì sarebbero iniziate in un’atmosfera di festa, ma la situazione è peggiorata quando il numero dei manifestanti è aumentato e la polizia ha cercato di disperderli con il gas lacrimogeno. Le proteste hanno coinvolto non solo i quartieri centrali di Nairobi, ma anche il quartiere povero di Kibera, e negli scontri è stato danneggiato anche il municipio di Nairobi.

Le proteste non hanno una leadership definita: sono organizzate online e vi partecipano principalmente giovani uomini. Iniziate la settimana scorsa riguardavano solo le proposte per l’aumento delle tasse, ma col tempo i manifestanti hanno iniziato a chiedere le dimissioni del presidente Ruto. Martedì pomeriggio, varie parti del paese hanno subito un rallentamento della connessione a internet: il principale operatore nazionale ha dichiarato che i problemi sono stati causati dalla rottura di due cavi sottomarini, ma i manifestanti hanno accusato le autorità di aver interrotto la connessione per impedire loro di organizzarsi. È raro che in Kenya la connessione a internet venga interrotta per ostacolare le proteste, e alcuni giorni fa le autorità avevano escluso che l’avrebbero fatto.

Kenya, un morto e 200 feriti durante le proteste contro l’aumento delle tasse

William Ruto è stato eletto nel 2022 con la promessa di sostenere i lavoratori keniani, ma negli ultimi anni molti di loro sono stati messi in difficoltà dall’aumento del costo della vita, dovuto a vari fattori, tra cui la guerra in Ucraina e una siccità che dura da due anni. Ora il governo deve gestire le richieste contrastanti della popolazione e dei creditori internazionali del paese. Da quando è diventato presidente, Ruto ha aumentato molto le tasse per risanare la complicata situazione finanziaria del Kenya e ridurre il suo debito pubblico, che ammonta a circa 75 miliardi di euro, più del 70 per cento del PIL. Secondo i critici, queste misure ostacolerebbero la crescita economica del paese e metterebbero in difficoltà milioni di persone.

Il piano del governo prevede di raccogliere altri 2,7 miliardi di dollari per ridurre il peso del debito pubblico, i cui interessi assorbono il 37 per cento della spesa pubblica annua del Kenya. Le proteste di questi giorni hanno già costretto il governo a ritirare alcune tasse particolarmente contestate, come quella del 16 per cento sul prezzo del pane e una tassa annua sul possesso di automobili. Martedì mattina, una riforma che comprende vari altri aumenti è stata comunque approvata.

Oltre che nella capitale Nairobi, ci sono stati scontri e proteste in diverse grosse città, tra cui Mombasa, sulla costa dell’oceano Indiano, e nella città natale di Ruto, Eldoret. Il presidente Ruto ora si trova di fronte a scelte difficili: cedere ai manifestanti e abbandonare il bilancio, o insistere, rischiando ulteriori disordini e spargimenti di sangue. Ha sostenuto che i nuovi aumenti fiscali sono essenziali per controllare il debito del Kenya, una somma enorme di oltre 80 miliardi di dollari, che costa al paese più della metà delle entrate fiscali annuali per essere servito. Il Kenya ha ristrutturato i suoi impegni di debito internazionale all’inizio di quest’anno, cosa che ha subito aumentato il valore della sua valuta, lo scellino.

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Ruto, appena tornato da una visita di stato alla Casa Bianca, comprende l’importanza di evitare un default sui pagamenti del debito. Per il suo governo, aumentare il carico fiscale è preferibile a tagliare i servizi pubblici. Tuttavia, molti cittadini attribuiscono i problemi finanziari del paese alla corruzione e sono riluttanti a pagare più tasse senza fiducia nella trasparenza dello stato. Ruto, passato da vice presidente a presidente nelle elezioni del 2022 con un focus su energia verde e tecnologia, deve affrontare la sfiducia della popolazione a causa del suo passato in un governo segnato dalla corruzione. Gli eventi di martedì a Nairobi lasciano Ruto in una posizione critica: deve scegliere se mantenere il bilancio o trovare un’altra strada per la sicurezza finanziaria del Kenya. Intanto, i manifestanti non mostrano segni di voler cedere.

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