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Kenya, la piazza vince e il presidente Ruto cede, ma dopo un massacro

Il presidente del Kenya William Ruto ha dichiarato che non firmerà la Legge finanziaria del 2024 che prevedeva un forte aumento delle tasse.

Ha vinto la piazza, dunque. Hanno vinto, almeno per ora, i giovani del Kenya che per giorni hanno manifestato in massa di fronte al Parlamento di Nairobi e altrove. Ma il prezzo che hanno pagato è stato altissimo e chiama in causa lo stesso presidente Ruto.

Il Gruppo di lavoro sulla riforma della polizia (Reform Police Working Group, Rpwg), di cui fa parte Amnesty International Kenya, ha denunciato che la sera del 25 giugno, la polizia ha sparato contro i manifestanti che si erano radunati a Githurai, un sobborgo della capitale, in un caso sparando 40 volte contro una persona, tra le 22 e l’1, anche dopo che le proteste erano cessate. Il massacro di Githurai è stato alimentato dalle parole insensibili e incendiarie pronunciate poco prima dal presidente William Ruto in Parlamento.

Ruto ha preso la parola alle 21 minacciando la popolazione e il massacro è iniziato alle 22. Le uccisioni sono state causate anche dalla presenza delle forze armate, una presenza illegale ai sensi dell’articolo 241.2.c della Costituzione, che prevede che l’impiego delle forze armate con compiti di ordine pubblico dev’essere approvato dal Parlamento.

Alla data del 25 giugno, il Rpwg ha registrato 23 uccisioni da parte della polizia in tutto il paese. Oltre 50 persone sono state arrestate, 22 rapite e oltre 300 ferite.

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