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Conflitti

Mali, attacchi jihadisti colpiscono obiettivi militari a Bamako: morti e feriti nella capitale

Gli attacchi jihadisti a Bamako segnano una drammatica escalation di violenza (dal forte impatto anche simbolico) in Mali, con obiettivi strategici nel cuore della capitale.

Il 17 settembre 2024, la capitale del Mali, Bamako, è stata teatro di un duplice attacco jihadista di vasta portata, rivendicato dal Gruppo di Sostegno all’Islam e ai Musulmani (Jnim), affiliato ad al-Qaeda. Gli obiettivi principali sono stati la scuola della gendarmeria situata nel distretto di Faladié e la base militare 101, all’interno dell’aeroporto di Bamako, utilizzata anche dai mercenari del gruppo russo Wagner. Questi attacchi non solo hanno causato numerosi morti e feriti, ma hanno anche avuto un forte significato simbolico.

Gli attentati sono avvenuti nel giorno del 64º anniversario della fondazione della gendarmeria maliana, creata il 17 settembre 1960. Nella scuola della gendarmeria erano detenuti diversi soldati, coinvolti in un processo riguardante l’acquisto di un aereo presidenziale e di equipaggiamenti militari, un caso che tiene col fiato sospeso il Paese da otto anni. Il processo, previsto per lo stesso giorno dell’attacco, è stato rinviato di una settimana. Questo dettaglio evidenzia la natura attentamente pianificata degli attacchi, che miravano a colpire il Mali non solo militarmente ma anche sul piano morale e simbolico.

Anche la base militare 101, situata presso l’aeroporto, ha subito pesanti danni. Secondo le fonti della sicurezza maliana, questa base non solo ospita mercenari di Wagner, ma serve anche come punto di lancio per droni. I video diffusi dallo Jnim mostrano gli attaccanti mentre sparano nell’aeroporto vuoto e danno fuoco all’aereo presidenziale.

Le autorità maliane hanno riportato “una certa perdita di vite umane” senza fornire dettagli precisi sul bilancio delle vittime. Tuttavia, testimonianze raccolte da RFI indicano che ci sono stati numerosi morti e decine di feriti, molti dei quali sono stati ricoverati negli ospedali della capitale.

Gli attacchi arrivano all’indomani di un importante discorso del colonnello Assimi Goïta, presidente di transizione del Mali e attuale leader dell’Alleanza degli Stati del Sahel (AES), in cui affermava che i gruppi terroristici nel Paese erano stati “notevolmente indeboliti”. La risposta dello Jnim è stata immediata e brutale, dimostrando una capacità d’azione che non si limita più alle aree rurali del nord e del centro del Mali, ma che ormai colpisce il cuore stesso della capitale.

Negli ultimi anni, Bamako è stata colpita da diversi attentati, tra cui il rapimento di un prete tedesco nel 2021 e l’attacco al campo militare di Kati. Tuttavia, il ricordo più drammatico per la città risale al 2015, quando attentati terroristici colpirono il bar-ristorante La Terrasse e l’hotel Radisson, causando 25 morti.

Gli eventi del 17 settembre 2024 segnalano un’escalation senza precedenti e mettono in evidenza la vulnerabilità della capitale maliana, anche di fronte a un nemico che sembra operare con crescente impunità, nonostante le dichiarazioni delle autorità maliane che cercano di rassicurare la popolazione affermando che la situazione è sotto controllo.

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