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Crisi

Mozambico, dramma della povertà: donna arrestata per aver tentato di vendere i propri figli

In Mozambico, una donna tenta di vendere i propri figli per 14.200 euro, evidenziando un dramma di povertà e la lotta contro la tratta di esseri umani.

Il Mozambico, una delle nazioni africane più colpite da problemi socio-economici, è stato recentemente teatro di un evento scioccante che mette in evidenza le profonde ferite causate dalla povertà estrema. Una donna di 36 anni è stata arrestata nella città di Tete, nel centro del Paese, per aver cercato di vendere i suoi due figli minorenni per una cifra pari a un milione di meticais, circa 14.200 euro. L’arresto è stato effettuato dal Servizio nazionale di investigazione criminale del Mozambico (Sernic), che ha fermato la donna nel momento in cui stava per concludere l’accordo illecito.

Secondo quanto riportato dalla portavoce di Sernic, Celina Roque, la donna, senza lavoro e in una condizione di estrema difficoltà economica, avrebbe cercato di “monetizzare” questa transazione per pagare i servizi di un guaritore locale, un chiaro segnale di come, in alcune aree del Paese, superstizione e povertà si intrecciano in modi pericolosi. “È stata arrestata con le mani nel sacco qui nella città di Tete, mentre cercava di vendere i suoi due figli minorenni per circa un milione di meticais”, ha spiegato Roque, evidenziando la gravità della situazione e il tentativo di vendere i bambini per necessità economiche.

La dinamica del caso riflette non solo la situazione disperata della madre, ma anche la vulnerabilità dei bambini nelle regioni meno sviluppate del Mozambico, dove traffici illeciti come la vendita di minori e la tratta di esseri umani rimangono problematiche diffuse. La polizia giudiziaria è attualmente impegnata a individuare il potenziale acquirente e altri soggetti coinvolti nella trattativa, ma la sorte delle due bambine, oggetto della vendita, resta ancora incerta. Le autorità non hanno fornito ulteriori dettagli su dove siano state collocate le vittime o su quale sarà il loro destino.

Questo caso è l’ultimo esempio di una serie di episodi legati alla tratta di esseri umani che ha devastato il Paese negli ultimi anni. Secondo i dati pubblicati dall’ufficio del procuratore generale del Mozambico nel luglio 2023, solo nel 2022 sono state identificate almeno 38 vittime di tratta, trasportate illegalmente verso il Sudafrica per essere sfruttate in vari modi. Questa tragedia umana si inserisce in un contesto di estrema fragilità economica, dove le difficoltà quotidiane possono spingere le persone a scelte disperate.

Il caso di Tete solleva preoccupazioni non solo sulle condizioni sociali e culturali del Mozambico, ma anche sulla necessità di rafforzare le reti di protezione sociale e l’applicazione di misure più severe contro la tratta di esseri umani. La povertà estrema, la mancanza di istruzione e l’assenza di opportunità economiche continuano ad alimentare fenomeni come quello della vendita di bambini e di altri crimini legati alla vulnerabilità umana.

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