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Emergenze

Nigeria, emergenza inondazioni tra piogge torrenziali e rilascio di acque dal Camerun

Già nel 2022, un episodio simile di rilascio delle acque dalla diga di Lagdo aveva provocato disastri su larga scala, con oltre 600 morti e la distruzione di intere coltivazioni

In Nigeria la situazione resta critica a causa delle piogge intense che continuano a colpire varie regioni del paese. L’allarme più recente proviene dalla Nigeria Hydrological Services Agency (NIHSA), che ha avvisato del rischio di inondazioni in undici stati a seguito della decisione del Camerun di iniziare il rilascio controllato di acqua dal grande bacino della diga di Lagdo. Questo sviluppo giunge in un momento già complicato per la Nigeria, che sta affrontando una stagione di piogge particolarmente violente, aggravata da disastri simili nei paesi vicini come Camerun, Chad e Niger, tutti parte del Sahel, una regione che solitamente non riceve volumi così elevati di precipitazioni.

Le immagini delle strade allagate, con persone che cercano di attraversare acque torbide e famiglie che abbandonano le loro case, sono ormai comuni in zone come Maiduguri, nello stato del Borno. In questa zona, una diga è crollata sotto la pressione dell’acqua, causando inondazioni che hanno portato morte e distruzione. Le piogge torrenziali non solo hanno provocato danni a infrastrutture e abitazioni, ma hanno anche colpito le terre agricole, danneggiando raccolti vitali in un periodo già segnato dall’insicurezza alimentare.

La situazione come detto, è resa ancora più complessa dal rilascio d’acqua della diga di Lagdo in Camerun. Questo bacino si trova sul fiume Benue, che attraversa il confine tra i due paesi, e il rilascio, seppur controllato, rischia di sovraccaricare la portata del fiume e innescare ulteriori inondazioni a valle. Le autorità nigeriane hanno indicato che gli stati di Benue, Nasarawa e Kogi, situati lungo la zona agricola del centro, e le regioni petrolifere del sud come Bayelsa e Rivers, sono particolarmente a rischio. In queste aree, le comunità stanno già vivendo momenti di apprensione, consapevoli che un innalzamento dei livelli dei fiumi potrebbe avere conseguenze devastanti.

L’urgenza della situazione ha spinto la NIHSA a richiamare le autorità locali e federali ad intensificare le misure preventive per ridurre l’impatto delle inondazioni imminenti. Tuttavia, questo richiamo mette anche in luce problemi strutturali di lunga data. Già nel 2022, un episodio simile di rilascio delle acque dalla diga di Lagdo aveva provocato disastri su larga scala, con oltre 600 morti e la distruzione di intere coltivazioni. Allora, come oggi, era stato sottolineato come la Nigeria non avesse ancora completato la costruzione di una diga interna che avrebbe potuto servire come valvola di sicurezza per gestire meglio queste emergenze. Questa diga, prevista sul fiume Benue, avrebbe potuto attenuare l’impatto delle inondazioni causate dal rilascio di acqua del Camerun, ma il progetto è rimasto incompiuto per anni, esacerbando i problemi di gestione idrica del paese.

La Nigeria, la nazione più popolosa dell’Africa, è abituata a stagioni piovose intense, ma il cambiamento climatico e la gestione non ottimale delle infrastrutture hanno trasformato le piogge in una minaccia sempre più costante. Critici ed esperti sostengono che, oltre ad investimenti in nuove dighe e sistemi di drenaggio, è essenziale rivedere i piani urbanistici delle città, spesso realizzati senza considerare adeguatamente la conformazione del territorio e la capacità dei fiumi di contenere le piogge. La mancanza di pianificazione, combinata con l’espansione incontrollata degli insediamenti umani in zone a rischio, rende la popolazione ancora più vulnerabile. Nonostante la consapevolezza crescente del problema, le soluzioni tardano ad arrivare. Le piogge continueranno a cadere e i fiumi a crescere, mettendo a dura prova sia le autorità che le comunità.

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Ulteriori approfondimenti sono su “Focus on Africa”:

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