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Diritti umani

Qualche buona ragione per rivedere la cooperazione con la Tunisia

Al termine di una sua visita di quattro giorni in Tunisia, dal 16 al 19 luglio, la segretaria generale di Amnesty International Agnés Callamard ha denunciato “il drastico arretramento dei progressi fatti dalla rivoluzione del 2011”, in particolare “nei tre anni trascorsi da quando il presidente Kais Saied ha sospeso il parlamento e ha via…

Al termine di una sua visita di quattro giorni in Tunisia, dal 16 al 19 luglio, la segretaria generale di Amnesty International Agnés Callamard ha denunciato “il drastico arretramento dei progressi fatti dalla rivoluzione del 2011”, in particolare “nei tre anni trascorsi da quando il presidente Kais Saied ha sospeso il parlamento e ha via via assunto il controllo dello stato”. 
Il potere giudiziario è soggiogato a quello esecutivo mentre arresti, processi e condanne colpiscono oppositori politici, giornalisti, attivisti e attiviste, giudici, sindacalisti, funzionari dell’amministrazione statale e imprenditori. Le elezioni presidenziali di ottobre rischiano di svolgersi sotto una cappa repressiva.
Il clima di repressione non riguarda solo i cittadini tunisini ma colpisce spietatamente migranti e rifugiati, a causa di una narrazione razzista promossa dai più alti livelli delle istituzioni che ha normalizzato le deportazioni di massa alla frontiera, i violenti intercettamenti in mare e gli arresti basati sulla profilazione razziale. Da ultimo, vengono prese di mira anche le singole persone solidali e le organizzazioni che cercano di proteggere i diritti di migranti e rifugiati.
Esattamente un anno fa l’Unione europea ha firmato un memorandum d’intesa con le autorità tunisine che prevede tra l’altro un sostegno tecnico per fermare le migrazioni dirette verso l’Europa (105 milioni di euro per “la gestione delle frontiere”) e quasi un miliardo di euro in prestiti e altre forme di assistenza per fronteggiare una crisi economica senza precedenti.
È urgentemente necessario che l’Unione europea e i suoi stati membri rivedano i loro impegni nei confronti della Tunisia, per evitare che la cooperazione sia sinonimo di complicità in violazioni dei diritti umani.
PS La segretaria generale di Amnesty International aveva chiesto di incontrare, nel corso della sua visita. le autorità tunisine ma non ha ricevuto alcuna risposta.
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