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Speciale RD Congo

RD Congo, tragedia sul Lago Kivu: la testimonianza del piccolo François

Il bambino sopravvissuto era nella barca con sua madre e la sorella minore, che non ce l’hanno fatta. Oltre un centinaio di morti e decine di dispersi.

Nella Repubblica democratica del Congo, giovedì scorso, il Lago Kivu è stato teatro di una tragedia che ha colpito profondamente la provincia congolese, segnando la vita di molti.
Un traghetto, carico di passeggeri in cerca di un tragitto più sicuro, si è capovolto, causando la morte di circa un centinaio di persone, con ancora molte altre disperse.

In mezzo a questo orrore, la storia di François, un piccolo sopravvissuto, che riesce a riportare un barlume di luce in una situazione altrimenti oscura.
François, appena dodicenne, si trovava a bordo del traghetto insieme a sua madre e alla sorellina minore. “Tutto è accaduto così in fretta”, racconta con voce tremante e occhi che riflettono un dolore profondo. “La barca oscillava sempre di più, e poi, all’improvviso, si è capovolta.”
Le sue parole dipingono un quadro di panico e confusione. “Ero nella parte di sotto della barca e ho sentito l’acqua entrare da ogni parte. Non riuscivo a respirare.”
In un momento di lucidità, François si è ricordato di un finestrino. “Ho pensato che dovevo provare a uscire. Se non lo avessi fatto, sarei rimasto lì a lungo.”
Con tutte le sue forze, è riuscito a liberarsi dal peso dell’acqua e ad uscire verso la superficie, finalmente in salvo. Ma la gioia della libertà è stata offuscata da una realtà straziante: sua madre e la sorellina erano rimaste bloccate nella cabina e sono annegate.
“Non riesco a descrivere come mi sento. Ho perso le persone che amo di più”, dice François. Le sue parole sono cariche di un dolore che è difficile da immaginare.
Il traghetto, una scelta comune per i residenti di Minova, era affollato di persone in cerca di un’alternativa più sicura rispetto alla strada, sempre più pericolosa. Ma quel giorno, la ricerca di sicurezza ha portato solo a tragedia.
La testimonianza di François evidenzia non solo il coraggio e la determinazione di un bambino di fronte al terrore, ma anche la fragilità della vita in una regione segnata dalla violenza e dall’instabilità. L’ansia di viaggiare attraverso una strada infestata da ribelli e criminali armati ha costretto molte famiglie a scegliere traghetti, spesso sovraffollati e insicuri, nel tentativo di cercare un futuro migliore.
Oggi, François si trova in un campo di accoglienza, circondato da altri bambini che, come lui, hanno vissuto esperienze strazianti. Mentre cerca di ricostruire la sua vita e affrontare il dolore della perdita, il suo racconto funge da monito sulla vulnerabilità di chi vive in zone di conflitto e sull’urgenza di trovare soluzioni sicure per il trasporto delle persone.
Sul Lago Kivu, le onde portano via il ricordo di una tragedia, ma le storie come quella di François continueranno a riaffiorare, ricordando a tutti noi che dietro ogni numero ci sono volti, sogni e speranze spezzate.
La comunità internazionale deve ascoltare e agire, affinché eventi così tragici non si ripetano mai più.

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