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RDCongo, violenze a Goma: la testimonianza di Claudio Scatola della ong “Operatori Sanitari nel Mondo”

Almeno dieci persone sono state uccise negli ultimi due giorni a Goma, nel Nord Kivu, provincia orientale della Repubblica Democratica del Congo, in una serie di sparatorie perpetrate da gruppi armati Wazalendo. In risposta all’assassinio di alcune persone avvenuto il 10 aprile, sono stati arrestati diverse persone sospettate di essere miliziani Wazalendo.

Sempre più milizie ribelli armate minacciano la popolazione civile: assassini, stupri, soprusi, arresti arbitrari, torture e intimidazioni sono diventati il ​​quotidiano degli abitanti di Goma e delle zone rurali circostanti.

Nelle strade di Goma, i Wazalendo ostentano le loro armi, spesso facendo estorsioni e rapine, nonostante la città sua presidiata da numerose forze armate congolesi e internazionali.

I gruppi armati Wazalendo, mescolati agli Interahamwe, sono mossi da odio anti-tutsi e anti-Rwanda, fomentando ulteriormente le tensioni bilaterali tra RDCongo e Rwanda. Vengono presi di mira soprattutto i tutsi congolesi, di cui le milizie saccheggiano e incendiano i villaggi, depredandoli del loro patrimonio economico (bestiame). Su “Focus on Africa” ne abbiamo scritto qui:

RDCongo, la guerra per (e contro) il bestiame

Gli scontri più duri sono soprattutto a Masisi, Rutshuru e Kalehe, in particolare contro un altro gruppo ribelle, l’M23, che, invece, è filo-tutsi e filo-rwandese. Ora, dunque, sembra essere il turno di Goma.

“Focus on Africa” è in contatto con Claudio Scatola, della ong “Operatori Sanitari nel Mondo”, che racconta come la situazione a Goma sia sempre più preoccupante. Nel fine settimana, Scatola è stato costretto a lasciare l’ospedale di Bukavu, dove lavorava, a causa dell’eccessiva pericolosità della zona, e ha dovuto spostarsi a Goma insieme a tutti gli altri colleghi internazionali, ma anche qui ormai la tensione è sempre più alta. A Bukavu, intanto, è rimasto solo lo staff locale per fronteggiare l’emergenza.

Scatola denuncia l’escalation di violenze di ogni tipo, anche quelle sessuali, come nel caso di una ragazza stuprata due volte e ora affetta da gravi problemi psichiatrici. La testimonianza di Scatola evidenzia l’impatto devastante della violenza sulla popolazione civile, in particolare sulle donne e sui bambini.

Secondo le informazioni in possesso di Claudio Scatola, inoltre, negli ultimi due giorni sarebbe stato ucciso almeno un militare, alimentando ulteriormente il clima di terrore e insicurezza che regna a Goma. La sua testimonianza conferma la gravità della situazione e la necessità di un intervento urgente da parte della comunità internazionale per proteggere la popolazione civile e ristabilire l’ordine.

La situazione è grave in tutta la provincia. Nell’area di Beni, ad esempio, nelle ultime tre settimane le ADF avrebbero ucciso almeno una 40ina di civili e dove la società civile chiede delle sanzioni anche per alcuni militari delle FARDC, le forze armate regoli congolesi:

Le dichiarazioni di Scatola sottolineano l’urgente bisogno di un’azione concreta per fermare la spirale di violenza a Goma. La comunità internazionale deve mobilitarsi per fornire assistenza umanitaria alla popolazione e per sostenere le forze di pace nel ripristino della sicurezza.

Nel nostro scambio telefonico, Scatola ci ha inviato alcune fotografie scattate da Gloria Chad Chabene che illustrano efficacemente il lavoro sul campo di “Operatori Sanitari nel Mondo” tra Bukavu e Goma:

La situazione a Goma, a Bukavu e a Beni è drammatica e richiede un intervento urgente da parte della comunità internazionale per fermare il ciclo di violenza, proteggere la popolazione civile e ristabilire l’ordine. La comunità internazionale deve mobilitarsi per fornire assistenza umanitaria e sostenere le forze di pace nel loro compito.

La testimonianza di Claudio Scatola offre una visione agghiacciante della realtà dl Nord Kivu e sottolinea l’urgente necessità di un’azione concreta per porre fine a questa tragica situazione.

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