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Conflitti

Repubblica Centrafricana, continuano gli abusi sessuali nonostante le misure preventive della Minusca

Continuano gli abusi sessuali nella Repubblica Centrafricana da parte delle forze di pace ONU, nonostante le misure preventive adottate dalla Minusca.

Negli ultimi anni, la Repubblica Centrafricana è stata teatro di numerose violenze, comprese quelle perpetrate da coloro che avrebbero dovuto mantenere la pace: i soldati della MINUSCA, la missione di pace delle Nazioni Unite dispiegata nel Paese dal 2014 per stabilizzare un territorio dilaniato da conflitti interni. Già nel 2015, le forze di pace della MINUSCA furono coinvolte in gravi accuse di abusi sessuali e sfruttamento, che portarono l’ONU a introdurre misure preventive e meccanismi di risposta per evitare ulteriori episodi di violenza. Tuttavia, nonostante questi sforzi, un’inchiesta pubblicata da “Le Monde” in collaborazione con “The New Humanitarian” il 16 ottobre 2024, ha rivelato che gli stupri e le aggressioni sessuali continuano, spesso senza essere denunciati dalle vittime.

L’indagine ha raccolto le testimonianze di 19 donne che hanno subito violenze sessuali da parte dei soldati della MINUSCA. Queste vittime hanno raccontato non solo gli abusi subiti, ma anche le conseguenze devastanti che ne sono derivate: molte hanno dovuto abbandonare le loro famiglie e cercare rifugio in altre città, spesso insieme ai figli nati dagli stupri. Oltre al trauma psicologico, queste donne devono affrontare la stigmatizzazione sociale, un problema molto comune nei contesti dove la violenza sessuale è diffusa. La giornalista Barbara Debout, autrice dell’inchiesta, ha sottolineato come molte vittime non denuncino per paura di ritorsioni o per la mancanza di fiducia nel sistema legale. Secondo Debout, le vittime non sanno a chi rivolgersi e spesso dubitano che ci sia una reale possibilità di ottenere giustizia. Questo dimostra che, nonostante le misure preventive messe in atto dalle Nazioni Unite, manca una comunicazione efficace e una vera consapevolezza su come agire in caso di aggressione.

La MINUSCA ha dichiarato di aver istituito diversi meccanismi di segnalazione, come 42 comitati locali di prevenzione, un numero verde e campagne di sensibilizzazione diffuse tramite SMS o radio comunitarie. Tuttavia, secondo l’inchiesta, né le vittime né le ONG locali erano a conoscenza di tali iniziative. Questo vuoto informativo rende ancora più difficile per le donne denunciare gli abusi subiti e ricevere assistenza.

Nonostante le difficoltà, Florence Marchal, portavoce della MINUSCA, ha evidenziato alcuni risultati positivi: dal 2015, 344 vittime di violenza sessuale sono state coinvolte in programmi di formazione che hanno permesso loro di reinserirsi nel mercato del lavoro e riconquistare una certa indipendenza finanziaria e personale. Tuttavia, tali successi non bastano a nascondere il problema di fondo: la continua violazione dei diritti umani da parte di membri della missione di pace.

Dal 2015, oltre 730 soldati della MINUSCA sono stati accusati di sfruttamento e abusi sessuali, un dato che solleva preoccupazioni sulla capacità delle Nazioni Unite di mantenere sotto controllo il comportamento delle forze di pace. Nonostante l’introduzione di programmi di prevenzione, l’inchiesta rivela che la violenza sessuale continua ad essere un grave problema nella Repubblica Centrafricana e che le vittime hanno poche opportunità di ottenere giustizia o supporto. Su “Focus on Africa” ci siamo occupati più volte di questo argomento, soprattutto con articoli di Maria Stefania Cataleta:

Il senso della presenza della MINUSCA nella Repubblica Centrafricana

La violenza contro i ragazzi nella Repubblica Centrafricana, un tuffo nell’abisso

L’indagine attuale mette in luce le profonde falle nei meccanismi di prevenzione e protezione delle vittime, sollevando interrogativi sull’efficacia delle misure messe in atto dalle Nazioni Unite per proteggere la popolazione civile in un contesto fragile come quello della Repubblica Centrafricana.

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