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Sudafrica, polemica sulla proposta di una via intitolata a Leila Khaled

Proposta di intitolare una via a Leila Khaled in Sudafrica genera polemiche tra sostenitori della causa palestinese e critici che vedono la mossa come provocatoria.

In Sudafrica, si sta creando un acceso dibattito riguardo alla proposta di intitolare una strada nel quartiere commerciale di Sandton, a nord di Johannesburg, a Leila Khaled, una palestinese storicamente nota per essere stata la prima donna a dirottare un aereo nel 1969. La proposta, che ha riacquistato vigore dopo essere stata avanzata nel 2018 e supportata dall’African National Congress (ANC), dal partito di sinistra Economic Freedom Fighters (EFF) e dal partito musulmano Al Jama-ah, è stata riproposta in un contesto di crescente mobilitazione sudafricana a favore della causa palestinese, in seguito alla recente guerra a Gaza.

Leila Khaled, oggi 80enne, è un personaggio controverso: il suo dirottamento di un volo Trans World Airlines da Roma a Tel Aviv è avvenuto senza vittime, ma ha contribuito a costruire la sua notorietà come attivista del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina (FPLP). Questa organizzazione è stata designata come gruppo terroristico da vari paesi, tra cui gli Stati Uniti, e la sua affiliazione ha alimentato le polemiche attorno alla proposta di intitolazione.

I sostenitori dell’intitolazione, come Panyaza Lesufi, leader dell’ANC per la regione, vedono la scelta come un atto di solidarietà nei confronti del popolo palestinese e un modo per inviare un messaggio forte in favore della giustizia sociale. Secondo loro, dare il nome di Leila Khaled a una strada rappresenterebbe un riconoscimento della lotta del popolo palestinese per la propria autodeterminazione.

Dall’altra parte, molti critici, in particolare membri dell’Alliance Démocratique (DA) e rappresentanti della comunità ebraica, considerano la proposta come una provocazione. Sostengono che onorare una figura associata a un’organizzazione considerata terroristica non promuove la pace e potrebbe ulteriormente polarizzare le opinioni. Inoltre, essi evidenziano la presenza del consolato statunitense nella stessa strada, sottolineando il potenziale impatto diplomatico negativo che potrebbe derivare da tale decisione.

Infine, alcuni membri del consiglio comunale e cittadini criticano anche l’opportunità di cambiare il nome di una strada in un momento in cui la città dovrebbe concentrarsi su priorità più immediate, come la manutenzione delle strade e la gestione dei rifiuti. Queste preoccupazioni materiali aggiungono un ulteriore strato alla già complessa discussione, rendendo il dibattito sull’intitolazione a Leila Khaled un esempio di come questioni storiche, politiche e pratiche si intersechino nel contesto contemporaneo sudafricano.

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