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Tunisia, proteste contro l’arresto di avvocati e giornalisti

Gli avvocati tunisini hanno indetto uno sciopero nazionale per protestare contro l’arresto e la tortura dei colleghi Sonia Dahmani e Mahdi Zagrouba, prelevati dalla polizia sabato e lunedì scorsi all’interno della sede dell’Ordine degli avvocati di Tunisi. Ieri, giovedi 16 maggio, si sono svolte delle manifestazioni nella capitale e in altre città, con slogan che denunciavano la tortura e la repressione del governo. Vari gruppi per i diritti umani e organizzazioni internazionali, tra cui l’Unione Europea, hanno espresso seria preoccupazione per la situazione e hanno chiesto al governo tunisino di indagare e di fare chiarezza.

In particolare, l’avvocato Zagrouba, che è un membro attivo dell’Associazione per la tutela dei diritti umani in Tunisia (LTDH), è stato arrestato con l’accusa di aggressione a un agente di polizia durante una protesta, ma il giorno dopo è stato lui ad accusare gli agenti di averlo torturato in carcere, prima di crollare e perdere conoscenza.

Queste accuse di Zagrouba hanno scosso la Tunisia: l’avvocato afferma di essere stato sottoposto a torture brutali durante la sua detenzione, e le sue parole sono state confermate da testimoni e da diverse organizzazioni per i diritti umani. Inoltre, il suo arresto è avvenuto senza un mandato e senza prove sufficienti a sostegno delle accuse, gli è stato negato l’accesso a un medico e a un avvocato durante il suo interrogatorio, e il giudice ha rifiutato di disporre una visita medica nonostante le sue condizioni precarie.

Questi arresti di Zagrouba e Dahmani (ma ricordiamo che con loro sono stati arrestati nei giorni scorsi anche i due giornalisti Mourad Zghidi e Borhen Bsaies) sono solo gli ultimi di una serie di azioni repressive condotte dal governo tunisino contro attivisti, giornalisti e membri dell’opposizione.

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Tra le richieste emerse durante le manifestazioni di ieri e dagli appelli della comunità internazionale ci sono un’indagine indipendente e imparziale sulle accuse di tortura contro Zagrouba, il rilascio immediato dei due avvocati e di tutti i prigionieri politici, la fine della repressione della società civile e il ritorno al rispetto dei diritti umani in Tunisia, una riforma del sistema giudiziario per garantire processi equi e imparziali.

La situazione in Tunisia è estremamente preoccupante e rischia di destabilizzare il Paese: il governo e il Presidente Saied devono rispondere alle accuse in modo credibile e trasparente, con azioni concrete che dimostrino la sua volontà di rispettare i diritti umani e lo stato di diritto.

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